Mirko, la poliedricità nel team Stalletti

Nel nostro tour alla scoperta dei talenti all’interno della squadra che lavora presso Studio Tetti Stalletti siamo arrivati all’appuntamento con Mirko: è uno dei piloti dei camion e della gru ed è apprezzato dagli altri componenti del team perché va d’accordo con tutti. Per sua stessa ammissione, infatti, gli piace stare in gruppo e creare legami. Scopriamo insieme i suoi segreti…

Buongiorno Mirko, è arrivato il tuo momento: per conoscerti meglio, parlaci della tua vita e del tuo mestiere.
Sono sposato con 2 figli, una di 26 e uno di 11 anni. Io invece ne ho appena compiuti 54 e nella mia vita ho fatto un po’ di tutto. Ho cambiato tantissimi mestieri, perché mi è sempre piaciuto affrontare di continuo nuove esperienze: ho lavorato in catena di montaggio, come fabbro, elettricista, idraulico, gessista, imbianchino… Insomma non sono mai stato fermo e ho cambiato tanto. Solo quando sono arrivato per la seconda volta da Studio Tetti Stalletti ho smesso di peregrinare. Ora mi trovo molto bene qui: mi piace guidare il camion, azionare le gru, mi piace proprio come lavoro.

Dunque nel tuo peregrinare professionale eri già stato in questa azienda e poi te ne eri andato?
Sì, avevo lavorato a lungo per Stalletti, ma 6 anni fa mi ero licenziato, pensando di aver trovato un’opportunità che poi non si è rivelata quello che speravo. Così sono tornato e da settembre 2023 faccio di nuovo parte del team.

Come mai sei tornato proprio qui?
Il mio ritorno non è stato un caso: anche dopo che me ne ero andato, infatti, ho mantenuto sempre i contatti con i miei colleghi, in particolare con Emiliano, l’altro autista dei mezzi di Studio Tetti Stalletti. Con lui mi sono sentito in un momento in cui ero deluso dal posto di lavoro in cui mi trovavo in quel periodo: gli ho confidato che non erano state mantenute le promesse che avevo ricevuto e che dunque cercavo un nuovo posto. Neanche a farlo apposta, proprio allora Stalletti aveva bisogno di un nuovo autista: evidentemente era destino che tornassi in questo team di lavoro. Probabilmente il fatto che mi avessero già conosciuto, e che sapessero come lavoravo, ha costituito anche una garanzia per la famiglia Stalletti: la trattativa per la mia nuova assunzione è dunque andata subito in porto con reciproca soddisfazione.

E che cosa hai provato al tuo ritorno in azienda?
Qui ho trovato un ambiente diverso e molto più piacevole rispetto a quando me ne ero andato. Ho respirato un’aria nuova, una maggiore disponibilità a lasciare che sia io a gestire l’attività, mentre prima erano più rigide le direttive. I dipendenti sono ora messi nelle condizioni di provare a risolvere i problemi da soli, se questo è alla loro portata, e viene garantita loro l’indipendenza nel muoversi per il bene dell’azienda.
Diciamo che ci lasciano maggiore libertà, dandoci fiducia e creando le condizioni per permetterci di esprimere anche le nostre capacità con una certa autonomia di movimento. Una sorta di delega delle responsabilità, che evita un eccessivo controllo gerarchico e responsabilizza noi lavoratori a dare sempre il meglio di noi stessi, creando un rapporto di reciproca fiducia e un ambiente molto positivo sul lavoro.

Puoi farci un esempio concreto di questo atteggiamento?
Proprio recentemente mi è capitato di avere problemi con il camion: un tempo avrei dovuto passare dagli uffici, ora è bastato avvertire della situazione per ricevere l’autorizzazione a risolvere la questione autonomamente nel migliore modo possibile. Una bella dimostrazione di fiducia nei miei confronti.

Dunque il tuo ritorno ti ha dato nuove energie per la tua attività.
Certo, il problema è che ora ho qualche anno in più e il lavoro è un po’ più pesante rispetto a prima, ma il fatto di conoscere bene il mio mestiere mi consente di affrontare con maggiore sicurezza e padronanza tutte le mie attività.

Quali sono le tue mansioni nell’azienda?
Anche qui, come è mia abitudine, faccio un po’ di tutto. Oltre a guidare i mezzi, se si escludono ovviamente le macchine CNC, che sono il regno di Gaspare, in segheria mi divido in tante attività: dalla verniciatura, alla piallatura… faccio tutto quello che serve all’azienda. E poi anche fuori, sui tetti, mi piace moltissimo lavorare. Insomma sono un personaggio poliedrico.

Che cosa preferisci tra le tue mansioni?
A me non piace il lavoro statico: per esempio soffro quando piove e dunque devo lavorare in azienda, io amo uscire in esterna. Quando sono in giro con il camion, nei cantieri, a spostare i materiali, allora il tempo mi passa veloce e il lavoro riempie le mie giornate.

La tua soddisfazione maggiore dal punto realizzativo?
Accade ogni volta che viene apprezzato e riconosciuto il mio lavoro: per mia abitudine, cerco sempre di dare il meglio in tutte le attività che mi vengono assegnate o nelle quali magari io stesso, vedendo le necessità dell’azienda, mi propongo spontaneamente, prevenendo anche le richieste. E se questo viene riconosciuto, mi sento molto soddisfatto.
E poi mi piace sempre la conclusione del cantiere: quando inizi a lavorarci e poi, dopo tanto impegno, vedi il risultato del lavoro finito e fatto bene, allora è davvero una grande soddisfazione.

Concludiamo allora con una domanda rivolta al futuro. Che cosa prevedi per l’azienda in termini di crescita e quali nuove attività potrebbero favorire la sua espansione?
Quando parla Andrea si capisce che lui riesce a fare progetti nuovi e ad aprire nuove strade. Ha lo sguardo sempre avanti e nell’arco del tempo che ho trascorso qui ho notato proprio la prospettiva di crescita che questa azienda ha dentro di sé. Non per nulla il lavoro è aumentato, così come le potenzialità. Il progetto di costruire nuove case in legno ne è un esempio: vedremo che frutto porterà e io sono pronto a metterci la mia parte, con tutto il mio entusiasmo e la mia poliedricità!