Continuiamo il percorso che poco per volta vi farà conoscere tutto il nostro team, presentando un altro protagonista della squadra di Studio Tetti Stalletti: si tratta di Alessandro, per tutti semplicemente Ale per non confonderlo con il suo omonimo Alessandro Nicolini, soprannominato Nic. Ma al di fuori del lavoro, nella vita comune, Ale ha avuto anche altri soprannomi: “codino”, perché un tempo aveva i capelli lunghi, e poi “biondo”, per il colore chiaro della sua capigliatura. Andiamo a scoprire che cosa si nasconde dietro questo personaggio dai tanti nomignoli…
Buongiorno Ale, visto che hai così tanti soprannomi è difficile definirti in poche parole. Provaci tu…
Io mi ritengo un tipo solare, perché cerco sempre di portare un po’ di leggerezza, magari anche con un atteggiamento scherzoso sul lavoro, visto che la vita di per sé è già abbastanza dura. Mi considero un po’ un giullare, proprio come il jolly che mi sono tatuato sulla pelle.
Ma ovviamente sul lavoro tutto questo lascia spazio alla serietà, anche per l’attenzione necessaria a non farsi male e a non farlo ai colleghi.
Un altro tratto che mi contraddistingue è il mio tipico intercalare, “pensaci”, che ripeto spesso alla fine di un discorso. Anche se magari apparentemente non c’entra nulla con il filo della frase, a me viene naturale pronunciare questa parola. È il mio modo di dire caratteristico. Magari, inconsciamente, esprime l’importanza di prendere sul serio tutto quello che ci accade, di viverlo intensamente e di lasciare da parte la superficialità.
Parlaci anche della tua vita.
Ho 45 anni appena compiuti e sono single al momento, ma non ho messo via l’idea di trovare la mia anima gemella. Mi piace tanto viaggiare, con il mio camper e con le mie due moto; sto invece trascurando un altro mio hobby, lo sport, che dovrei riprendere, mentre non ho mai smesso di essere una buona forchetta e un ottimo degustatore di vini e di birre…
Ora ci focalizziamo sul tuo lavoro: da quanto sei qui e come mai sei arrivato in questa azienda?
Ho iniziato nel novembre 2022: ero in cerca di lavoro e ho incontrato un amico che era impiegato presso Studio Tetti Stalletti. Mi conosceva come persona seria: visto che qui cercavano una figura di carpentiere per i lavori sui tetti e che io era stato anche un manovale, mi ha consigliato di provare. Così, dopo la prova, mi hanno assunto. Purtroppo in seguito, per problemi di salute, non sono più potuto salire sui tetti: da allora sono stato integrato nella produzione della segheria e ora mi dedico principalmente alla finitura e alla verniciatura del materiale lavorato.
Pare di capire che hai avuto una vita molto varia dal punto di vista lavorativo…
Sì è vero, ho girato molti settori produttivi: dalla metalmeccanica alla pasticceria, alla muratura, alla segnaletica stradale. Mio padre mi ha sempre consigliato di cambiare più lavori possibili da giovane, per trovare quello che preferivo: a dire il vero non mi sono mai fermato e ancora oggi forse non ho trovato il lavoro che fa veramente per me… Del resto quello che mi ha sempre spinto è la curiosità: ho cambiato molti mestieri perché ero interessato a imparare sempre cose nuove. A casa mia, per esempio, ho fatto tutto da solo: l’ho restaurata, ho cambiato gli infissi, ho piastrellato e faccio anche il giardiniere! Ho sempre nuove aspettative davanti a me e me la cavo in tutto.
Quali sono allora le tue mansioni?
Sono il jolly del gruppo: aiuto Gas, il re del taglio, e poi Nic alla verniciatura e alla finitura, oppure mi dedico al carico e allo scarico delle merci e alla gestione del magazzino, mentre non seguo più la squadra esterna. Un tempo seguivo Lele, sui tetti, poi, come ho già detto, per problemi di salute ho dovuto cambiare mansione.
Qual è, tra queste, l’attività che preferisci?
La lavorazione del legno è molto intrigante: portare un prodotto grezzo fino alla finitura, vedendo che poco alla volta prende forma, è davvero interessante. Ma mi piace molto anche fare il magazziniere, muovendo i materiali come mulettista.
Che cosa pensi dell’azienda per cui lavori?
Ammiro molto i vertici della nostra azienda, ma, come ho già avuto modo di esprimere direttamente anche a loro, secondo me è importante che siano più presenti, per intervenire quando è necessario per trovare le soluzioni agli imprevisti.
Capisco che siano impegnati in moltissime attività e incombenze, ma io apprezzo molto quello che la proprietà sta facendo ultimamente, con i sopralluoghi, con la vicinanza a noi che stiamo lavorando, l’interesse concreto e la cura per i dettagli, per esempio, nelle attività del magazzino. Penso che sia importante anche per loro ascoltare quello che noi operatori esprimiamo: spesso stando negli uffici alcuni aspetti non si possono cogliere, se non attraverso l’esperienza diretta.
Che cosa apprezzi di più di questa azienda?
Il fatto che ti facciano sentire come in famiglia. Il dopo lavoro è uno spazio di confronto e di coesione molto importante: la chiacchierata e il caffè insieme cementano il gruppo. La riunione mensile serve ad affrontare i problemi in totale concordia e anche l’ambiente, immersi come siamo nel verde, contribuisce a darci serenità.
Un’ultima domanda: come ti immagini la crescita futura di questa azienda? Prevedi solo un aumento delle sue dimensioni oppure pensi anche a una sua evoluzione produttiva?
Se il futuro sarà green, penso che il focus sarà incentrato sulle casette in legno. Io stesso, se un domani riuscirò a comprarmi un terreno, ho intenzione di costruire una.
Poi, oltre ai tetti, alle tettoie, ai gazebo, ci sarà spazio anche per le casette sugli alberi per i bambini. A me piacerebbe moltissimo seguire questi tipi di produzione: sarei disposto anche a prendermi maggiori responsabilità, oltre a quelle che ho già. Il mio sogno è sempre stato quello di crescere nelle aziende per cui ho lavorato e in questo ambito mi assumerei anche compiti nuovi, con nuove prospettive. E, se andasse in porto, allora direi… “pensaci”!