Inauguriamo questa sezione del blog incontrando i due geometri, responsabili dell’ufficio tecnico.
Alberto & Alberto sono due elementi fondamentali nel flusso di lavoro all’interno dello Studio Tetti Stalletti: sono loro che, di fatto, fanno da front office quando un cliente varca la soglia degli uffici.
Sono dei tecnici, non c’è dubbio. Ma la dote principale che li contraddistingue è la capacità di interpretare i desideri del cliente e accendere quindi la miccia che attiverà tutto il processo di progettazione che successivamente confluirà nella produzione e nella posa.
Quando entri, loro sono lì, uno con la scrivania perfettamente ordinata e organizzata, l’altro che sembra il dottor Azzeccagarbugli…
“Sberla”, la scrivania la metterà a posto una volta al mese, se va bene. Lui è quello con più esperienza e anzianità sulle spalle: lavora in questo posto da 20 anni. Un’istituzione. Una persona che ti trasmette subito sicurezza e padronanza della materia, ma con uno sguardo che lascia trasparire anche una grande umanità. Sarà per quella barba un po’ da uomo di montagna, ma la sua serenità ti fa sentire subito a casa.
Sberla, quali sono i tuoi compiti?
“Tutto quello che riguarda la costruzione dei tetti, a partire da preventivazione, sopralluogo per il rilievo, stesura del progetto preliminare, condivisione con il responsabile dei progetti ed elaborazione dell’esecutivo da mandare in produzione”.
Cosa apprezzi di più di questa azienda?
“Siamo un gruppo di lavoratori giovani – nessuno supera i 50 anni – dinamici e volenterosi. Un gruppo molto amalgamato e che gestisce tutto in maniera coordinata”.
Il lavoro che svolge, e non c’è da stupirsi visto che bazzica qui da 20 anni, lo appassiona e lo coinvolge a tal punto che non nasconde di sentirsi maggiormente stimolato in presenza di difficoltà tecniche, perché la sua è una vera e propria predisposizione alla risoluzione dei problemi. Il re degli incastri e degli appoggi.
“Alba” invece è ordinatissimo. Conserva quella calma tipica di chi si cimenta in arti marziali o similari. Non alza mai la voce e sa perfettamente autocontrollarsi. Un tipo che non si scompone. Lui lavora qui da circa 6 anni e non nega che all’inizio non è stato facilissimo: tutti davano più fiducia a Sberla, più esperto e conosciuto da queste parti. Ma piano piano si è costruito il proprio spazio e la propria autorevolezza.
Di questa azienda ama particolarmente la professionalità di tutti i componenti e sottolinea la meticolosità nei sopralluoghi: “Non teniamo conto solo degli aspetti legati alla costruzione, ma valutiamo da subito anche le problematiche relative alla logistica, all’accessibilità dei mezzi di trasporto. A tutto insomma”. Condivide ovviamente con il collega anche il fatto che tutti i dipendenti siano gli stessi da parecchi anni: una fedeltà e un legame all’azienda molto importante e indissolubile.
Un’altra cosa li accomuna: hanno le idee chiare su come potrebbe crescere l’azienda.
“Le case in legno sono un sogno che potrebbe avverarsi. Le idee non ci mancano ma ci vuole un grande cambiamento di tutta la filiera produttiva e una predisposizione del mercato a pensare al legno come alternativa al cemento. Noi siamo pronti ad accettare la sfida!”.
Insomma, due che hanno grinta da vendere e paura di nessuno. E, in fondo, restano comunque due bravi ragazzi!
Provare per credere.