Case History: come creare una nuova struttura senza appoggi intermedi

Con questo nuovo articolo, dopo il primo che abbiamo pubblicato qualche mese fa, vi presentiamo un altro esempio pratico di come lavoriamo, portandovi virtualmente in prima persona nei nostri cantieri. Un modo semplice e coinvolgente per illustrarvi le strategie che escogitiamo per portare a termine nel migliore dei modi anche i lavori più ardui e per soddisfare, così, le esigenze più estreme dei nostri clienti.
Un atteggiamento che dimostra fedeltà al nostro claim (“noi siamo l’ingegneria del legno”) e alla nostra mission: risolvere anche i casi più difficili, per soddisfare qualsiasi esigenza del cliente.

Il problema da risolvere: la fruizione completa degli spazi
Per spiegare meglio quello che intendiamo mostrarvi, partiremo dall’inizio e passeremo in rassegna tutte le fasi delle lavorazioni.
Il nostro cliente viene a trovarci con il progetto di ristrutturazione della sua abitazione: ci porta la tavola grafica che il suo tecnico ha presentato come richiesta di permesso di costruzione edilizia (o PDC); ci mostra alcune foto del sottotetto e subito ci salta all’occhio la presenza di 2 capriate classiche, che occupano gli spazi intermedi e impediscono la completa fruizione dei locali.

Risulta dunque evidente che l’esigenza del nostro cliente è quella di sostituire l’intera struttura, creando una nuova copertura senza appoggi intermedi.

La soluzione che abbiamo escogitato

Ci mettiamo subito al lavoro e, grazie ad alcuni accorgimenti, proponiamo un modello di 250 metri quadri di copertura completamente autosostenuta, illustrato nell’immagine del rendering qui sotto:

Il nostro progetto si sviluppa nelle seguenti fasi:
1. sostituire la capriata classica (in colore giallo nelle immagini) con una trave a ginocchio (in colore rosso), cioè con una trave sagomata, che funge da elemento strutturale portante;
2. sostituire la seconda capriata classica (in colore verde nelle immagini) con una capriata con tirante al nodo (cioè nel punto dell’innesto nelle travi).

Il proseguimento delle lavorazioni
Una volta validato il modello, andiamo a dimensionare gli elementi caratterizzanti: di questo processo forniamo poi al cliente la certificazione obbligatoria per legge attraverso una Relazione di Calcolo timbrata e firmata da un ingegnere abilitato.
Considerate le grandi superfici in gioco, le dimensioni che ne derivano sono veramente importanti: i nostri calcoli ci restituiscono l’esigenza di travi da 76 cm, per una classe di resistenza maggiorata a GL28; il legno lamellare incollato (o Glued Laminated Timber) viene infatti definito con le classi di resistenza GL, seguite da una cifra che corrisponde al valore caratteristico della resistenza a flessione.

Il “tocco magico” che rende perfetta una realizzazione
Arrivati a questo punto, dopo aver soddisfatto l’esigenza del cliente di sostituire la sua copertura garantendo una completa fruizione degli spazi dell’abitazione, non ci accontentiamo e facciamo un ulteriore salto in avanti verso la perfezione.
Nel precedente articolo vi avevamo già spiegato la statica della capriata, la funzione della catena e come fosse possibile sostituirla con una piastra in acciaio al nodo, in modo da rendere gli spazi totalmente liberi e fruibili. In casi estremi come questo, infatti, il legno non riesce più a gestire le grandi forze in gioco e si devono necessariamente utilizzare piastre in acciaio per assorbire la spinta risultante dall’eliminazione dei pilastri e della catena in legno.

Ora però siamo giunti alla vera sfida da vincere: risolvere i nodi resistenti con sistemi a scomparsa, perché la vera ingegneria c’è soprattutto quando non si vede. Per questo, come mostrano le immagini, abbiamo utilizzato una doppia fresata per una piastra in acciaio a scomparsa. In tal modo la copertura per il tetto del nostro cliente risulterà strutturalmente sicurissima ed esteticamente ineccepibile.

Così è come lo facciamo noi: siamo Stalletti, l’ingegneria del legno.

Vi ricordiamo che la nostra azienda vanta numerose certificazioni, tra cui Federlegno Arredo, ARCA ed FSC. Per conoscere più da vicino le nostre realizzazioni è possibile navigare sul sito, nei menu relativi alla progettazione, alla produzione e alla posa in opera.